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SERIE C1 GIRONE D 2003/2004
a cura di Vittorio Salvatorelli
E' stato l'anno del cambio di girone, con il passaggio - per certi versi traumatico - dai palazzetti di Puglia, Campania e Basilicata a quelli di Abruzzo, Marche ed Emilia Romagna, ma soprattutto è stato l'anno del derby, la prima volta che le due maggiori società campobassane si sono affrontate in un campionato nazionale, condividendo con città ben più grandi e dalla solida tradizione cestistica "l'onore" di avere due o più formazioni nello stesso torneo non regionale. Le altre sono Roma (ben quattro squadre in B2/C oltre al resto), Siena (due in C1/E più il "contorno" che tutti conosciamo), Perugia (due in C1/F) e Cagliari (due in C1/E)... e scusate se è poco. I soliti "iosotutto" della stampa sportiva locale, che solo perché sanno di calcio credono di potersi ergere a opinionisti di tutto il resto (avendo tra l'altro scarsissima conoscenza del basket perfino nelle sue regole più elementari), hanno parlato (e sparlato) di necessità di unione delle forze per poter ambire a campionati più prestigiosi dimostrando soltanto di non avere la minima idea della realtà dei rapporti fra le due società del capoluogo molisano, da sempre entità fra loro ben distinte e con enormi divergenze "ideologiche" sugli obiettivi da raggiungere e sui mezzi per conseguirli. Per il momento - e crediamo per molto tempo ancora - non ci saranno fusioni. Era un campionato alla vigilia tutto da scoprire, con squadre totalmente nuove anche agli addetti ai lavori, un campionato che abbiamo imparato a conoscere lungo il suo svolgimento, un campionato che - si diceva - sarebbe stato molto più tecnico rispetto a quelli passati e che invece - almeno nell'opinione di chi scrive - si è rivelato tecnicamente e fisicamente non molto diverso dai precedenti, con le uniche differenze che sono state di tutt'altro genere, quali la mancanza di squadre materasso e il clima spesso ovattato in cui si sono affrontate le trasferte, senza i "pienoni" e il caldo tifo dei palasport del sud Italia. Un campionato che - come al solito - proviamo ad analizzare squadra per squadra in stretto ordine di classifica finale. Un campionato vinto dal Ravenna. Successo ampiamente meritato per quella che si è dimostrata la squadra probabilmente più continua del lotto, che - nonostante qualche esitazione come è giusto che sia in una regular season che va da settembre ad aprile - non ha mai "steccato" nelle occasioni importanti, concludendo in testa alla trentesima giornata, soffrendo in qualche occasione nei playoff ma poi conquistando quasi d'autorità l'accesso alla categoria superiore in finale. Non si può non citare il campionato di Dal Fiume, probabilmente l'mvp del girone. La sconfitta della finale playoff è stata Riccione, squadra che - al contrario della band di Marisi - ha peccato proprio in continuità, partendo benino, avendo un momento di flessione, ergendosi a protagonista assoluta del girone con le otto vittorie consecutive, concludendo la regular season solo al terzo posto quando tutti pronosticavano la leadership finale ed andando ad espugnare Silvi Marina per arrivare a giocarsi la B2 con Ravenna perdendo in casa garadue. Nulla da fare nemmeno nel concentramento di Roma col ko in semifinale con Canicattì, ma i riccionesi potranno riprovarci con rinnovato entusiasmo nella prossima stagione. Il Silvi Marina ha fatto parte del trio (insieme alle due sopracitate romagnole) dei quintetti che sono sembrati un gradino al di sopra degli altri del girone. Dotato di una batteria di tiratori davvero notevole, il team di coach Di Bonaventura ha avuto concrete possibilità di salto di categoria, uscendo in una semifinale giocata col vantaggio del campo. Anche qui sono state gettate solide basi per il futuro, con la prossima stagione che potrebbe segnare il definitivo salto di qualità. Dal gruppone di squadre che prima della trentesima potevano ambire alla quarta piazza è venuto fuori il Recanati. Quarta piazza pienamente legittimata dal comportamento in post season, con il Ravenna che ha dovuto sudare parecchio per conquistare la finale in garatre. Squadra dagli schemi difensivi molto particolari, il quintetto marchigiano è stato quasi stabilmente in zona playoff raggiungendo l'obiettivo di inizio stagione. Non sempre all'altezza, invece, la stagione del Porto San Giorgio. Il quinto posto in regular season è giunto con un finale di stagione regolare veemente dopo una lunga crisi dovuta anche (forse soprattutto) a cause esterne come i numerosi infortuni patiti da giocatori chiave. Playoff comunque raggiunti da una squadra che però sulla carta avrebbe potuto puntare a lottare con le migliori. L'Anzola ha chiuso al sesto posto un'annata condotta molto bene. In parecchi alla vigilia davano poca fiducia a questa squadra - che proveniva da un ripescaggio - ma il campo ha detto che l'unica formazione emiliana del girone è stata probabilmente quella che ha avuto la migliore organizzazione di gioco, con Bianchini ed Ansaloni punte di diamante di un roster molto ben guidato da coach Coppeta. Una mezza delusione è invece arrivata dal Lugo. Dato in estate come favorito insieme al Ravenna, il quintetto che ha annoverato nel roster Luca Sonego non ha tenuto fede alle aspettative, giungendo solo settimo in regular season ed uscendo al primo turno dei playoff vittima di un rendimento esterno che non è stato all'altezza di quello davanti al pubblico amico. L'ottava posizione - l'ultima utile per l'ingresso nei playoff - è andata al Porto Recanati. Proveniente dalla C2, la formazione di Cristian Crescenzi ha disputato un torneo più che soddisfacente, restando per lungo tempo nelle zone alte della classifica ed accusando un netto calo nel finale di stagione, calo che comunque non ha precluso la poule promozione, culminata nella soddisfazione di portare alla terza nei quarti di finale la futura vincitrice Ravenna. Che dire del nono posto della Phlogas Campobasso? Bisogna solo fare i complimenti alla squadra di coach Fabio Ladomorzi, condottiero di giocatori da lui conosciuti fin dall'infanzia e dai quali ha saputo tirare fuori il meglio in un torneo molto impegnativo nonostante alcuni di loro non avessero mai calcato prima un parquet al di fuori di Abruzzo e Molise. La squadra, che alla vigilia del torneo aveva pochissimo credito (anche perché abbastanza "ignota" agli avversari), ha avuto la sua caratteristica vincente nella grande difesa e nella forza d'urto della front-line, probabilmente la migliore del girone per solidità (un cui componente - senza nulla togliere agli altri - deve meritare la palma dell'mvp e cioè Alberto Gatti), centrando in pieno l'obiettivo stagionale, quello della salvezza senza passare dai playout. E le ambizioni per il futuro sono notevoli... Un'altra delusione è giunta dal Castrocaro, un team che ad inizio stagione puntava ai playoff e che invece ha dovuto salvarsi nei playout. Ed in effetti l'avvio di campionato aveva fatto presagire proprio la poule promozione, ma un bruttissimo finale di stagione regolare ha relegato Silvestrini e compagni nella poule salvezza. Le due facili vittorie sul Giulianova non hanno fatto altro che confermare le ottime potenzialità della squadra, abbastanza "sprecate" con i playout. Un discorso simile può essere fatto per il Fabriano, che però rispetto ai termali ha più attenuanti. Le ambizioni di playoff di inizio anno non sono state suffragate dai risultati, con l'undicesima posizione che ha comunque permesso ai marchigiani di giocarsi i playout con la bella in casa contro Pescara. Qualche scelta sbagliata in sede di mercato estivo (Tourn) e i problemi fisici di giocatori chiave (Evangelisti) hanno impedito alla Libertas di lottare per posizioni migliori in graduatoria. Ma probabilmente la delusione maggiore è giunta dall'Accademia Britannica Campobasso. Troppi proclami in estate hanno forse convinto i giocatori (comunque validissimi in un roster mai così forte per il Ferentinum) che quegli stessi proclami sarebbero bastati per vincere le partite. Dopo un'annata caratterizzata da errori (la cessione di Cannavina ma non solo) e vari problemi societari, è invece arrivata una soffertissima salvezza nell'ultima occasione possibile dopo che più volte la formazione allenata prima da Anzini, poi da Lamberti e infine da Biello è stata sull'orlo del baratro, dimostrando comunque grande carattere nel risollevarsi sempre quando ha avuto le spalle al muro. Un carattere mostrato soprattutto da colui che può senz'altro essere idealmente nominato mvp stagionale: non Teofilo (che comunque ci va molto vicino), non Scotto, ma Marco Florio, play di cervello, tecnica e grandissimo cuore, il vero artefice dell'impresa nei playout. Obiettivo stagionale raggiunto dal Faenza, anche se con tantissima sofferenza. La squadra di Cappelletti voleva la salvezza e l'ha ottenuta dopo una stagione regolare fatta di alti e bassi culminata nella vittoria di Santarcangelo all'ultima giornata e dopo playout in cui i romagnoli hanno mostrato di essere formazione migliore del quindicesimo posto in regular season, regolando Giulianova con un 2-0 con lo svantaggio del campo. Il Pescara apre la lista delle tre retrocesse. Alla seconda caduta consecutiva, la squadra abruzzese ha fatto fin troppo affidamento sulle doti (pur notevolissime) di un solo giocatore, pagando nei playout quando si è trovata di fronte un'avversaria più profonda e dalla maggiore varietà di soluzioni. Si prospetta comunque un rientro in C1 dalla porta di servizio con un ripescaggio. Il Giulianova è stato costantemente nelle posizioni basse di classifica, tanto che per lungo tempo è risultato fra le maggiori candidate alla retrocessione. Un ottimo finale di stagione regolare aveva fatto sperare in una salvezza nei playout, ma il verdetto del campo è stato - purtroppo per Zorzi e compagni - impietoso, con il perentorio 0-2 subito dal Castrocaro ed uguale sorte (anche se in maniera meno netta) avuta dalla serie con il Faenza. La Santarcagiolese è caduta in C2 già al termine della regular season dopo un campionato caratterizzato da alti (pochi) e bassi (numerosi). Vale un po' lo stesso discorso fatto per il Pescara: il pur bravissimo Manuele Benzi non ha potuto da solo (o quasi) condurre i suoi compagni - se non alla salvezza - almeno ai playout, anche se la squadra romagnola deve mangiarsi le mani per non aver fatto fallo su Teofilo a quattro secondi dalla fine quando era in vantaggio di tre punti...
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