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SERIE C1 GIRONE G 2002/2003
a cura di Vittorio Salvatorelli
Va in archivio la prima C1 a 16 squadre del nuovo millennio: un campionato che ha coinvolto formazioni di quattro regioni (Puglia, Campania, Basilicata, Molise) e che, come preventivabile alla vigilia, si è rivelato equilibratissimo e molto combattuto, con le squadre di bassa classifica che spesso e volentieri hanno fatto scherzi a quintetti in posizioni da playoff e con soli quattro punti di differenza fra il terzo posto e il decimo, primo di quelli che condannavano ai playout. Non a caso, la prima ripescata nel corso dell'estate verrà fuori proprio dal girone G, probabilmente il più forte degli otto di C1. Cominciamo rendendo onore all'Amicizia & Sport Napoli, la regina del torneo: una vittoria meritatissima quella di Serazzi e compagni, che hanno dimostrato a più riprese durante la stagione di essere la squadra migliore del campionato. La B2 è la logica conseguenza per un quintetto in cui il mix di gioventù ed esperienza ha funzionato alla perfezione, sbaragliando la concorrenza in regular season e confermando il tutto nei playoff con risultati anche non preventivabili (il successo in trasferta a Bernalda, ad esempio). Bravi davvero. Molto bene anche il S. Antonio Caserta, squadra che è andata vicinissima a raggiungere l'obiettivo di inizio stagione e cioè quello di vincere il campionato: la sconfitta in finale con Napoli è arrivata solo sul filo di lana e dopo tre partite tiratissime. Coach Ascione ha basato tutta la stagione su una difesa impenetrabile, che spesso ha tenuto gli avversari sotto i 60 e qualche volta anche sotto i 50, con Barbato certamente protagonista di un campionato super. Molto bravi anche loro. Il Bernalda è la prima delle sorprese del torneo: dopo un inizio difficile, i lucani si sono ripresi molto bene, assestandosi dopo la metà del girone di andata definitivamente nelle posizioni altissime della classifica. Profondamente rinnovata rispetto all'anno precedente, la squadra di Djukic ha basato le sue fortune su un palazzetto casalingo quasi inespugnabile e sul pressing a tutto campo voluto dal coach, tattica che ha fatto più di una vittima illustre per una società che si sta attrezzando per un ulteriore salto di qualità. L'altra sorpresa, anche più grande rispetto al Bernalda, è il Marigliano. Capolista per qualche tempo, anche a rischio playout alla fine della regular season, la squadra di coach Annunziato ha disputato una post season fantastica, superando il primo turno dei playoff contro ogni pronostico ed impegnando tantissimo Napoli in semifinale. Anche per Forino e compagni l'impianto di casa si è rivelato decisivo, con praticamente tutte le squadre più forti che sono andate ko. Il Casagiove è il quintetto che ha dovuto alzare bandiera bianca contro il Marigliano nei quarti dopo un campionato condotto con autorità e in cui i ragazzi allenati da Barresi prima e da Maglione poi volevano alla vigilia soltanto la salvezza. E' arrivato invece un lusinghiero terzo posto in regular season e l'eliminazione nei quarti non getta ombre su un torneo disputato in maniera più che positiva. E arriva il turno della Jambo Molise Campobasso. Stagione molto buona, con i playoff, obiettivo dichiarato in estate, raggiunti, con il solo rammarico dell'eliminazione al primo turno davanti al pubblico amico e la consapevolezza che qualche sconfitta evitabile (soprattutto nel girone di andata) non abbia permesso ai molisani di giocarsi fino in fondo le possibilità di promozione. Niente di grave per una società che, rispetto all'amaro campionato precedente, ha fatto un grosso salto di qualità ed ha posto solide basi per il futuro, riportando tanta gente al Palavazzieri, forse il successo maggiore della stagione. Taranto è l'unica pugliese che ha raggiunto i playoff, ma il suo torneo non può essere annoverato fra quelli pienamente soddisfacenti. Diciamo la verità: un po' tutti si aspettavano di più dal quintetto jonico, soprattutto dopo l'ottimo campionato precedente. Forse ha pesato la stagione sotto tono di Sarli e forse qualche infortunio di troppo ha condizionato il finale di regular season, ma la partenza a razzo faceva presagire ben altri traguardi. Una promessa non mantenuta. Le ambizioni del Melfi alla vigilia del torneo erano quelle di ottenere una tranquilla salvezza: obiettivo raggiunto e superato con il premio dei playoff, arrivati grazie ad un finale di stagione regolare col turbo. Merito soprattutto dell'allenatore De Angelis, che ha preso in mano a campionato iniziato una squadra in crisi di identità e di risultati e l'ha condotta dritta alla poule promozione. Niente da fare, invece, per l'Ostuni, un team che non solo ha clamorosamente mancato l'obiettivo di inizio stagione, che era quello di vincere il campionato, ma addirittura è rimasto fuori dai playoff, pur se con la magra consolazione di essere rimasto fuori anche dai playout. Dopo una partenza terribile, in gran parte causa del fallimento degli obiettivi prefissati, il quintetto della città bianca si è rimesso in sesto, ma neanche la roboante campagna acquisti nel mercato di gennaio ha saputo dare nuova linfa alla sua voglia di B2. Il Corato apre l'elenco delle pugliesi che hanno dovuto conquistarsi la salvezza nei playout. Un campionato tutto sommato positivo quello dei neroverdi, che non partivano con particolari ambizioni e in definitiva hanno ottenuto quello che volevano e cioè una tranquilla salvezza, tra l'altro valorizzando molto gli elementi provenienti dal settore giovanile. Anche il Manfredonia voleva inizialmente la salvezza, ma ad un certo punto i dauni si sono trovati in lotta per le primissime posizioni di classifica. Un finale di campionato molto negativo ha relegato De Sanctis e compagni al tredicesimo posto, finale di campionato parzialmente riscattato con il 2-0 sul Bisceglie nel primo turno dei playout. Ma il risultato finale, visto l'andamento della prima parte di regular season, poteva essere molto diverso. Una delusione totale arriva dal Bisceglie. Con un quintetto rinforzato rispetto alla scorsa ottima stagione, i biancoverdi puntavano dichiaratamente alla B2 ma hanno dovuto conquistare la permanenza in C1 all'ultima occasione. Il tutto frutto di un crollo nel girone di ritorno dopo che per qualche tempo i biscegliesi avevano anche guardato tutti dall'alto verso il basso assestandosi in testa alla classifica. Il solo Caterina ha giocato all'altezza della sua fama, neanche il cambio di allenatore ha dato i risultati sperati ad una squadra che annuncia un "repulisti" quasi totale per il prossimo campionato. Il Castellaneta è stato per quasi tutto l'anno seriamente candidato alla seconda retrocessione consecutiva e il quattordicesimo posto in regular season, giunto soprattutto a causa di una prima parte di campionato davvero orribile, non faceva presagire niente di buono. E invece i ragazzi di Lillino Ciracì hanno conquistato la salvezza, riscattandosi alla grande e confermando di essere quella mina vagante che tutti si aspettavano nei playout dopo l'ottimo finale di stagione regolare. Un'altra grandissima delusione arriva dal Martina Franca. Una squadra che, a differenza del Bisceglie, ha anche fatto la frittata finale retrocedendo in C2. Da noi forse affrettatamente messo in pole position ad inizio anno, il quintetto della provincia di Taranto rappresenta probabilmente il "flop" più grande di questo campionato. Il Lucera voleva la salvezza, ma non ha raggiunto l'obiettivo e ha dovuto alzare bandiera bianca contro il Bisceglie in una serie di playout difficilissima fin dalla vigilia. Qualche buon successo qua e là per gli svevi, che però non sono apparsi mai in grado di lottare veramente per la permanenza nella categoria. In conclusione, il Piscinola. Squadra messa su all'ultimo momento, che, se avesse potuto contare sempre su quello che era il roster di inizio anno, avrebbe certamente potuto lottare per la salvezza. I problemi di tesseramento di due giocatori hanno però spento fin da subito le velleità dei napoletani, che hanno dovuto accettare la retrocessione diretta.
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