Nella stagione del ritorno di playoff e playout, una stagione un po'
anomala viste le due promozioni in C1, il campo ha decretato qualche
sorpresa, molte delusioni e la consapevolezza che i pronostici della
vigilia sono fatti, come sempre, per essere smentiti dai fatti.
Il
Torre de' Passeri è stata l'eletta che ha conquistato la
promozione dopo la regular season. Cambiato l'allenatore rispetto alla
stagione precedente, la squadra del "cavallo di ritorno"
Obletter ha pienamente meritato il passaggio di categoria, essendosi
dimostrata la più solida e continua del lotto, molto equilibrata con
Meggiolaro e lo stesso Obletter fuori e l'ottimo Procaccini dentro (per
non citare la "meteora" Van Elswyk) e cinica a fare suoi con
disarmante continuità gli scontri diretti con le altre pretendenti al
salto in C1.
Il
Chieti è stata la seconda promossa, quella venuta fuori dai
playoff. Squadra affidata principalmente al duo Nakopoulos - Brandimarte,
che ha saputo superare con autorità momenti difficili nella stagione,
come la piccola crisi di novembre e dicembre e le polemiche susseguenti al
dopo big-match con il Torre. L'acquisto di Fabri a gennaio ha dato
imprevedibilità al gioco dei teatini e consentito loro di fare
praticamente il vuoto nei playoff in cui, dopo l'uscita prematura
dell'Alba Adriatica, il successo non è mai stato in discussione.
Stagione dai due volti quella del Vasto. Il campionato è
cominciato in maniera terribile per la squadra di coach Trivelli, con
sconfitte a ripetizione e il fondo della classifica. Poi la svolta:
tredici vittorie consecutive e graduatoria risalita posizione dopo
posizione fino al quinto posto in regular season e alla finale playoff con
la bella impresa dell'eliminazione dell'Alba con lo svantaggio del campo.
La squadra ha ritrovato Desiati grazie all'indulto per gli ottanta anni
della FIP ed è da annoverare certamente fra le protagoniste della
stagione.
La prima delle delusioni è certamente l'Alba Adriatica, la
compagine che alla vigilia del campionato era considerata la squadra da
battere. Gli arrivi di Sacchini e Musini avevano fatto capire come il team
allenato da Di Francesco puntasse decisamente al salto di categoria, ma
sul campo le cose si sono rivelate molto più difficili del previsto.
Forse un po' scarico nel finale di stagione, quando invece bisognava
essere al top della forma per affrontare i playoff, il quintetto abruzzese
ha dovuto dire addio ai sogni di gloria in garatre con Vasto, dopo che
già in garauno aveva rischiato di cedere il passo agli ospiti.
L'Antoniana Pescara
è stata protagonista di un buon
campionato: a lungo nelle primissime posizioni di classifica, i ragazzi di
Pace si sono un po' "sgonfiati" sul finire della regular season,
conquistando comunque il quarto posto finale e dovendo cedere il passo
solo al Chieti, poi promosso. Il superamento del primo turno dei playoff
contro la Fabian Campobasso è il giusto coronamento di una stagione al di
sopra delle aspettative.
L'Aquila veniva dalla C1 e, come da pronostico, ha conquistato la
post season. Quintetto dal rendimento un po' altalenante, capace di tutto,
si è comunque mantenuto quasi costantemente nelle posizioni alte della
classifica, ben allenato da coach Mattarollo. Nei playoff nulla ha potuto
contro la vena di Vasto, ma ciò non deve andare a demerito di una
compagine che ha raggiunto il suo obiettivo.
E
veniamo alla prima delle molisane, la Fabian Campobasso. Dopo il bel sesto posto dell'anno scorso, i campobassani puntavano almeno a riconfermarsi, entrando nei playoff. E alla fine, seppur facendo molta più fatica del previsto, ce l'hanno fatta.
Cambiata completamente dal punto di vista dei quadri dirigenti, la squadra era
stata rinforzata prendendo il pivot "Ciccio" Siervo, e si era presentata alla nuova stagione fra le pretendenti, se non alla promozione diretta, almeno ad un piazzamento fra le prime tre.
Ma le cose non sono andate sempre per il verso giusto, complice l'atteggiamento un po'
"molle" mostrato in alcune occasioni: la partita casalinga con L'Aquila (persa dopo che i campobassani erano andati a +18) e la sconfitta di Ortona, soprattutto, hanno evidenziato come qualcosa non abbia funzionato per il meglio.
Comunque, come dicevamo, i playoff sono arrivati ugualmente, grazie anche a prestazioni d'orgoglio come il successo di Venafro (decisamente la partita più bella dell'anno) e l'altra vittoria casalinga
sul Vasto. L'eliminazione al primo turno contro l'Antoniana Pescara ci poteva stare, ma nelle due gare in trasferta i molisani sono stati pesantemente condizionati da fattori esterni (arbitraggio in garauno e malanni di Siervo in garatre) ed hanno dovuto rimandare alla prossima stagione i sogni di promozione.
Alla vigilia davamo la Virtus Roseto nelle posizioni centrali della classifica, nel "limbo" fra i posti
buoni per i playoff e quelli da evitare per i playout, e, per una volta,
ci abbiamo azzeccato in pieno. Ottimo avvio di stagione, poi risultati
alterni, con sconfitte anche pesanti, e lotta quasi fino alla fine per
entrare nei playoff. Playoff mancati e piccola delusione per una squadra
che puntava decisamente alla post season.
Buon campionato per il Basket Ball Roseto: l'innesto dell'esperto Misticoni
ha dato solidità ad una squadra che l'anno scorso aveva meritatamente
conquistato la salvezza e che in questa stagione è stata fino all'ultimo
secondo dell'ultima partita in lotta per il settimo posto, l'ultimo utile
per i playoff, dovendo rinunciarvi dopo la sconfitta nel derby con l'altra
compagine rosetana.
La
Pollice Mare Termoli puntava ad un posto nei playoff, ma ha dovuto
sudarsi la salvezza nei playout, soprattutto a causa degli infortuni dei
suoi uomini chiave che hanno riaperto la serie col Popoli, che in
condizioni normali sarebbe stata chiusa in maniera ben diversa. Definita
"bisbetica" dal suo stesso allenatore, la compagine adriatica aveva cominciato abbastanza bene, salvo poi
"fermarsi" un attimo con tre sconfitte consecutive a partire dalla quarta giornata. I termolesi sono stati a lungo in lotta per conquistare un posto nei playoff, ma hanno dovuto rinunciarvi quando hanno subito lo stop al Palavazzieri contro la
Fabian. Il trio Milici - Ballone - Morelli (tornato sull'Adriatico a gennaio dopo la parentesi del servizio militare) ha guidato la squadra molisana, che si è comunque presa belle soddisfazioni (sono cadute al Palamucchietti Torre de' Passeri ed Antoniana Pescara) e nei playout ha superato,
come detto, il Popoli in maniera relativamente tranquilla.
Un bravo va alla
Città di Venafro, neopromossa e protagonista di un torneo che l'ha vista per lunghissimo tempo puntare alle posizioni utili per i playoff, posizioni che sono sfumate, come per la Pollice Mare, dopo una partita contro la Fabian. La gara più bella dell'anno, come si diceva: emozioni a non finire, capovolgimenti continui del risultato e grande e leale battaglia sul terreno di gioco, i venafrani hanno visto infrangersi i sogni di gloria quando il tiro della disperazione di Giuseppe Pilla ha battuto sul tabellone ed è finito nel canestro decretando la sconfitta della compagine di Arturo
Mascio. Grande delusione in quell'occasione, ma campionato comunque molto buono e caratterizzato da tanti finali in volata andati male, senza i quali Venafro avrebbe potuto aspirare a posizioni ben più nobili di classifica.
Assolutamente nessun problema nei playout: il secco 2-0 sul Lanciano non ammette repliche ed ha consegnato alla società del presidente Vecchiarelli (tornato dopo un anno alla guida del sodalizio) una meritatissima
salvezza.
Il
Lanciano è certamente la delusione dell'anno. Dopo la bellissima
scorsa stagione, ci si aspettava una squadra altamente competitiva, ed
invece i frentani sono stati protagonisti di un campionato opposto a
quello del Vasto: partenza super e poi grossi problemi, con le cessioni di
Fuggetta e Valentinetti ed il progressivo perdere posizioni in classifica,
fino ad un dodicesimo posto finale che ha costretto la squadra allenata da
Linda Ialacci a doversi sudare la salvezza in una tiratissima serie di
playout contro il Cepagatti.
Problemi anche
per il Popoli: persi in estate i suoi pezzi migliori e riposti
definitivamente nel cassetto i progetti di salto in C1, la compagine
allenata da coach Di Giorgio sembrava destinata inesorabilmente al cadere
in D, ma ha saputo risollevarsi da una prima metà di campionato
decisamente mediocre soprattutto grazie all'acquisto nel mercato di
riparazione di Nicola Tartaglione, che alla fine è risultato il miglior
marcatore del girone.
Cepagatti ha
terminato con la retrocessione un campionato che l'ha vista costantemente
in zona playout ma che sembrava non porla fra le candidate alla serie D,
soprattutto grazie ai canestri di Fioriti, bomber andato in C1 a gennaio e
sostituito da Velentinetti e Fuggetta. E invece, complice la risalita del
Popoli, la compagine di Miccoli ha terminato quattordicesima ed ha dovuto
giocarsi la serie salvezza con lo svantaggio del campo.
L'Ortona
non è mai stata in grado di lottare per la salvezza, relegata da
sconfitte a ripetizione al penultimo posto in classifica fin dall'inizio
della stagione. Qualche sussulto (il successo sulla Fabian aveva messo in
serio pericolo i playoff dei campobassani, ma la vittoria sul Basket Ball
Roseto ha restituito ai molisani ciò che loro stessi avevano
compromesso), ma nulla più e caduta in D abbastanza meritata.
La permanenza in C2 si è rivelata per la Kalena Casacalenda immediatamente un miraggio. La
"diaspora" del gruppo storico dell'Airino Termoli, che ha fatto la D - vincendola - con la società di appartenenza, è stata la causa principale dell'annata da incubo dei ragazzi di Coppola, che hanno mestamente chiuso il campionato con uno zero nella casella delle vittorie e col
ritorno in serie D dopo due stagioni.
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