C. ACQUAVIVA CASAGIOVE - POL. CAVA DE´ TIRRENI 73-81   (20-17, 38-32, 50-55)

 Arbitri: Nania (Perugia) e Tarpani (Corciano - PG)

 Note: 

L’Acquaviva Caserta si arrende al Cava de’ Tirreni, cedendo 73-81 a De Masi e soci. L’avvio dei padroni di casa è buono (6-0), con Tammaro e Santoro che firmano il primo break, mentre Del Vecchio è incisivo in area colorata. Grassitelli scalda la mano e riporta in scia i suoi, anche se De Masi, pur limitando D’Orta, spende ben presto tre falli. L’Acquaviva vola sul 29-19 in apertura della seconda frazione grazie ad una buona difesa e ai canestri di Santoro. Le triple di Postiglione riducono il gap e all’intervallo si va sul 38-32. Cava cambia marcia nella ripresa, grazie alla sfrontatezza del giovane play Tufano e alle buone scelte dei lunghi, che crescono alla distanza. L’Acquaviva accusa il controbreak cavese e va nel pallone. Grassitelli sale in cattedra e i metelliani volano fino al +18, anche grazie a Gigi Buononato e Postiglione. D’Orta e Santoro cercano di far rientrare i pinguini, ma l’infortunio alla spalla di Esposito complica tutto e la rimonta non si completa. Gli ospiti centrano così il 2-0 e riducono le distanze dai casertani.

Michele Falco

PASTA GRANORO CORATO - FLORA NAPOLI MARIGLIANO 89-55   (28-14, 48-34, 65-54)

 Arbitri: Donati (Forlì) e Saraceni (Zola Predona - BO)

 Note: 

La Granoro Corato reagisce nel miglior modo possibile alla crisi offrendo una prova impeccabile contro il Marigliano, nella terza giornata di ritorno del campionato di C1 Gir.G. 34 punti di distacco dai quotati avversari la dicono lunga sulla concentrazione e lo spirito con il quale la formazione di coach Franco Gatta è entrata in campo, staccando nel punteggio gli ospiti sin dal primo minuto. Al via era una bomba di Onetto a scavare il primo solco tra le due squadre (13-4) e De Leonardis, perfetto in attacco, regalava il primo vantaggio cospicuo alla Granoro (17-6). Marigliano soffriva la difesa asfissiante della Granoro e nel secondo quarto un fallo fischiato a Ciervo, con conseguente tecnico, dava il via al Corato (39-21 al 15') che ben gestito dall'ingresso in campo di Lerro, si portava sul 44-21 grazie a un canestro più tiro libero aggiuntivo meso a segno da Leo.

Nella ripresa la Granoro calava leggermente e il Marigliano, guidato dalla saggezza di Corvo, macinava punti riportandosi sul -5 (55-50 al 27'). De Leonardis con una tripla spingeva la Granoro verso il nuovo vantaggio (61-50) e la partita non aveva più storia. L'ultimo quarto era pura accademia, con il Marigliano a referto con un solo punto. Il divario si allargava ulteriormente, fino al massimo vantaggio raggiunto in chiusura del match. Un plauso alla Granoro Corato, che ha ritrovato serenità, grinta e fiducia, dimostrando di essere tornata la squadra vista nel girone d'andata. Nel prossimo impegno, nuovamente in casa contro S.Agnese, Onetto e soci avranno la possibilità di incrementare la striscia positiva e tornare a farsi vedere nei primissimi piani della classifica.

Rino Porro

GETEA PARTENOPE NAPOLI - AMBROSIA BASKET BISCEGLIE 97-98   (20-29, 46-55, 72-75)

 Arbitri: Carrus (Selargius - CA) e Pinna (San Gavino Monreale - CA)

 Note: Spettatori 200. Cinque falli: Sorge, Maddaloni, Rana, Ciampaglia.

Soffrire per vincere rinvigorisce gli spiriti e costruisce più di ogni altra cosa. Ecco perché il blitz dell’Ambrosia al Maschio Angioino é lo snodo cruciale del campionato per il team biancoverde. Il pesante forfait di Esposito, importante riferimento d’attacco partenopeo, non condiziona l’approccio al confronto del cast di coach Massaro. Dubbio, malgrado le imperfette condizioni fisiche, é un leader vero e fa canestro per rompere il ghiaccio (8-0 al 3’). Ciampaglia fa il ritmo della partita e l’impostazione dei giochi offensivi biscegliesi é molto efficace (11-8 al 4’). Barbato sfugge a Mennitti (due falli in 5’) uscendo dai blocchi, Napoli cerca di confondere gli ospiti con continui cambi di difesa (fronte pari prima, fronte dispari sul finire del primo periodo). Dubbio (8 punti nei primi 5’) cerca il pick and roll basso con Morra, un lungo di poca reattività con la mano educata, anche per il passaggio; Bisceglie lo raddoppia e si espone ai tagli nel cuore dell’area dei piccoli di casa (15-17 al 6’). Leoncavallo sciupa subito due falli e Marinelli abbassa il quintetto di coach De Florio, prendendo in consegna il più temuto giocatore campano, Dubbio. Della Felba si ritaglia un minuto di furore (due triple consecutive, 20-29). E’ tutto “corri-e-tira” anche il secondo quarto, con Mennitti ispirato in arresto e tiro, Morra inventore di tiri con equilibrio precario, Gulemì scaltro passatore sui back-door e l’efficace lavoro in attacco di Sorge e Maddaloni. Rana prende i tiri giusti (32-42 al 14’), Barbato difende d’anticipo e si apre il contropiede (41-53 al 19’), Napoli paga il precoce quarto fallo di Mennitti (19’) e il modesto contributo della panchina (un po’ di legna a rimbalzo da Savarese e Vella, poco o niente dal 17enne Adinolfi).

Nello scorcio iniziale del terzo periodo, l’Ambrosia entra in controllo del match (49-62 al 22’) e De Florio ricorre alla difesa a zona (2-3) per rallentare l’intensità. Mennitti e Gulemì, però, hanno le idee chiare e ricuciono lentamente lo strappo, salen do di giri in difesa, sporcando tutte le linee di passaggio e passando davanti su tutti i blocchi del cast biscegliese. Ciampaglia reagisce con un tiro da tre (64-69 al 28’), ma la rincorsa di Napoli é inarrestabile, e finisce in apertura dell’ultima frazione (75-71), nei momenti susseguenti all’incredibile spavento per l’infortunio del play Ciccio Gulemì. In un’azione di gioco, l’esterno partenopeo ha urtato violentemente la testa contro l’indicatore dei 24’’ posto in prossimità del muro di delimitazione del campo, procurandosi un ampio taglio alla fronte. E’ stato rapidamente trasportato in ospedale dall’ambulanza di servizio presso la struttura di Parco Castello. All’atleta i nostri migliori auguri di guarigione e di un pronto ritorno sui campi.

L’uscita dello sfortunato compagno carica e incoraggia la Partenope. Nello slancio d’orgoglio, Dubbio e Mennitti spingono i gialloblù al massimo vantaggio (91-82 al 36’). Bisceglie non molla e tira fuori la sua enorme cocciutaggine. Piroddu da lontano, Barbato e Della Felba in lunetta eseguono un nuovo sorpasso (91-92 a -55’’), marchiato a fuoco da una spaventosa intensità difensiva. Dubbio pareggia con un tiro libero e Mennitti, sul quinto fallo di Ciampaglia, sorpassa: 94-92 a 34’’ dal termine. Barbato penetra e scarica per i compagni finché Bisceglie non trova un tiro pulito con Piroddu, che colpisce dal centro (94-95 a -15’’). Mennitti, incurante della possibilità di gestire l’ultimo possesso, forza da lontano e segna (97-95 a -6’’). Nella bolgia degli ultimi spiccioli, é di Marinelli, con un tiro dall’angolo contrastato dalle braccia protese dei napoletani, il tiro-vittoria che può cambiare la stagione di una squadra che comincia a ritrovarsi.

Vito Troilo

Non basta un cuore immenso alla Partenope per battere il Bisceglie e la malasorte. Agli assenti Esposito e Varriale, si aggiunge l'infortunio di Gulemì che nel tentativo di recuperare la palla scivola e va a sbattere contro l'apparecchiatura dei 24", provocandosi un taglio che lo costringe ad abbandonare il campo. Parte forte la Getea contro il Bisceglie, con Dubbio e Morra sugli scudi. La squadra pugliese è in difficoltà contro il gioco veloce dei ragazzi di Massaro. Ma lentamente la superiore caratura tecnica dell'Ambrosia viene fuori con Della Felba e Ciampaglia a perforare la retina da fuori ed in penetrazione. Il parziale si chiude con gli ospiti in vantaggio per 29-20. Nel secondo quarto la partita va a sprazzi con un ottimo Morra e Mennitti, tutto genio e follia, a cercare di contenere lo strapotere avversario. C'è un buon recupero con la palla del -3 della Partenope che si spegne sul ferro mentre dall'altro lato del campo sono i verdi di Puglia a realizzare da tre, ristabilendo le distanze e chiudendo sul 59-50 il primo tempo.

Rientra in campo con grande grinta la Getea e canestro dopo canestro si riporta sul -3 con Mennitti e soprattutto Gulemì, incontenibile per i pugliesi. L'inizio dell'ultima frazione è tutto per i napoletani, che mordono in difesa e sembrano poter riprendere in mano la partita. Poi l'incidente a Gulemì che dà nuova carica alla Partenope, si schiera in playmaker Dubbio e lancia l'assalto con canestri ed assist che portano i gialloblu sul 91-82. Ma a questo punto sono i falli a farla da padrone, escono Sorge e Maddaloni, restano in campo con quattro falli Dubbio, Morra e Mennitti. I due arbitri, in grave difficoltà già dall'inizio essendo arrivati solo 45' prima dell'inizio gara, perdono la testa e la partita si riapre completamente. Con i tiri liberi il Bisceglie piazza un break di 10-0 e ritorna in vantaggio. Gli ultimi minuti sono un continuo sorpasso con Mennitti che sembra chiudere la partita con la bomba del 97-95 a 6" dalla fine. Ma l'Ambrosia trova il modo di andare al tiro con Marinelli e segnare sullo scadere il canestro del 98-97.

Una sconfitta immeritata per la Getea che trova un ottimo Mennitti, top scorer con 32 punti, il miglior Dubbio della stagione, ottimi Morra e Gulemì, decisiva la sua uscita, e buoni minuti da Savarese. Per l'Ambrosia decisivo Marinelli con le sue 4 bombe, bene Della Felba, Ciampaglia e Barbato. Pessimi i due arbitri che non sono stati decisivi ma hanno fischiato veramente a vanvera.

Ufficio stampa Partenope Basket

PHLOGAS CAMPOBASSO - EUROSERVICE CASTELLANETA 80-41   (21-7, 42-28, 70-35)

 Arbitri: Foresti (L'Aquila) e D'Arielli (Francavilla al Mare - CH)

 Note: Spettatori 400 circa. Tiri da due: Phlogas 21/36 (58%), Castellaneta 11/40 (28%). Tiri da tre: Phlogas 6/15 (40%), Castellaneta 3/20 (15%). Tiri liberi: Phlogas 20/30 (67%), Castellaneta 10/20 (50%). Rimbalzi: Phlogas 28 (Gatti e Siervo 5), Castellaneta 26 (Errico 10). Cinque falli: Durante, Mazzotta. Espulso Visceglia al 32'.

Di fronte a partite del genere, il cronista è sempre in grossa difficoltà e si chiede cosa mai dovrà inventarsi per descrivere una gara che finisce 80-41 e nella quale non c'è il benché minimo spunto giornalistico. Già, perché non c'è assolutamente nulla da dire sul match tra la Phlogas Regione Molise Campobasso e un Castellaneta che si sciroppa una delle trasferte più lunghe del campionato - se non la più lunga - per poi non entrare nemmeno in campo contro un'Olimpia che fa meno del minimo indispensabile per vincere di 39. Una squadra pugliese poco reattiva (tanti i palloni buttati al vento), deconcentrata (spesso errori banalissimi a tre centimetri dal ferro) e probabilmente appagata psicologicamente dal successo di una settimana fa con il Corato gioca una partita da dimenticare, nella quale, a parte i 21 del secondo quarto, segna 7, 7 e 6 punti nelle altre tre frazioni di gioco, limitata certamente dalla buona difesa locale ma altrettanto certamente affrontando il match con la mentalità sbagliata e non rendendo giustizia a quello che è il suo effettivo valore. La Phlogas ringrazia e porta a casa: i campobassani, oltre a raggiungere quota 10 vittorie e - grazie anche alle disgrazie regolamentari del Santa Maria a Vico - ad ipotecare l'ingresso nei playoff, si permettono il lusso di tenere a lungo a riposo gli uomini chiave e svolgono un utile allenamento in vista del derby della settimana prossima.

In un'atmosfera ovattata, anzi è meglio dire soporifera, il Castellaneta va 5-0 con una tripla di Durante e un canestro di Errico e poi sparisce dal campo: la Phlogas piazza un primo parziale di 13-0 e, dopo un altro canestro di Durante, incrementa il break portandolo a 21-2 per chiudere la prima frazione a +14. Il secondo periodo, come si diceva, è l'unico giocato dai pugliesi in maniera decente, ma è già troppo tardi: i campobassani non faticano più di tanto a tenere il margine di vantaggio acquisito e ad andare all'intervallo ancora a +14.

Subito dopo il rientro dagli spogliatoi il vantaggio molisano scollina oltre le venti lunghezze e comincia un lunghissimo "garbage time", nel quale i molisani provano schemi e fanno riposare i vari Guida, N. Pilla e Sabatucci (che comunque ha già trovato il modo di metterne 23 e di risultare il top-scorer dell'incontro) in vista della settimana che porterà ad un derby che l'Olimpia vuole portare assolutamente a casa per sfatare quello che sta ormai diventando un tabù: nei match contro i cugini in serie C1 la vittoria è sempre stata del Ferentinum. I pugliesi, dal canto loro, continuano a stare in campo in maniera imbarazzante, sbagliando tiri su tiri e perdendo palloni su palloni. Il quarto periodo fila via stancamente, il parziale di 10-6 dice tutto sulla concentrazione delle due squadre nel finale di un match che non è mai stato tale.

Un semplice allenamento, dunque: impossibile non dare la palma del miglior giocatore in campo a Daniele Sabatucci, che fa 6/9 da due e 3/6 da tre oltre a un 2/4 dalla lunetta. Per il resto nulla da dire se non che il Castellaneta è sembrato troppo brutto per essere vero. Una serataccia, dalla quale la squadra di De Stradis dovrà riprendersi in fretta se vorrà evitare brutte sorprese alla fine della regular season.

Vittorio Salvatorelli

COIM NARDONE S.G. DEL SANNIO - IT STORE CAMPOBASSO 93-84   (26-28, 46-51, 71-74)

 Arbitri: Meduri (Reggio Calabria) e Vultaggio (Vibo Valentia)

 Note: 

Partita vibrante (a parte il secondo quarto) quella disputatasi al palasport di San Giorgio del Sannio che ha registrato l'affermazione dei padroni di casa che non solo hanno vinto ma hanno ribaltato anche la differenza canestri importantissima in ottica playout. La partita inizia bene per i sanniti che subito si portano avanti 9-3, pochi sussulti e si giunge a metà del periodo di gioco con i locali ancora avanti 19-12. Poi vuoi le solite disattenzioni e qualche tiro da tre degli ospiti il risultato si ribalta ed equilibra 26-28. Il secondo quarto monotono e blando vede il Ferentinum fare la gara e il Sant'Agnese rincorrere, da registrare solo il massimo vantaggio di +10 degli ospiti, 36-46 a 4' dalla fine vanificato dai locali che chiudono in crescendo 46-51.

Nel terzo quarto partenza sprint dei sanniti che in quattro minuti rifilano un secco 15-6 grazie alle tre triple di Gallaro-Credendino-Vivis e subito mettono la testa avanti 60-57. Ancora mini break sangiorgese e momentneo +6 a 3'24" dal termine. Ma il Ferentinum non ci sta e gli atleti di coach Anzini decidono di rimboccrsi le maniche per portarsi a -1 grazie a Florio e Butini e il periodo si chiude pro Ferentinum. Da registrare nel quarto la pessima direzione arbitrale a danno dei sanniti, per poi rifarsi e danneggiare gli ospiti nel finale. Un ultimo quarto brutto dal punto di vista tecnico ma forte di emozioni. Le squadre sono appaiate l'una all'altra, ad ogni canestro sannita c'è subito la risposta molisana, Credendino-Gallaro da una parte e Florio-Morelli dall'altra fanno la differenza. Ma l'equilibrio del match si rompe solo a 3'22" dal termine quando un mini break di 4-0 coronato dal contropiede e schiacciata di Credentino portano i sanniti avanti di tre 84-81. Poi palla rubata da Vivis, fallo antisportivo chiamato a Florio (molto dubbio l'antisportivo) e conseguente tecnico alla panchina per proteste consegnano la meritata vittoria ai padroni di casa.

Da registrare la prova maiuscola del Basket Sant'Agnese che dopo la defezione di Fioretti e con l'organico ridotto ai minimi termini (schierati quattro under) riesce ad avere la meglio su una diretta concorrente per non retrocedere. Migliori in campo Gallaro e Credendino. L'unica nota stonata è pervenuta da un arbitraggio piuttosto scandaloso non all'altezza di un campionato come la C1.

Luca Petrillo

CENTRO FORD MOLFETTA - BIO SYSTEM S.MARIA A VICO 75-70   (10-22, 26-26, 49-44)

 Arbitri: Loscalzo (Potenza) e Lupo (Matera)

 Note: 

Vittoria importante per la Nuova Virtus Molfetta nel match interno contro Santa Maria a Vico, un successo che permette al team allenato da Sergio Carolillo di agganciare al quinto posto in graduatoria i campani del Marigliano. Tuttavia non è stato facile venire a capo di un Santa Maria a Vico coriaceo, guidato da un fenomenale Capone (32 con 5 triple per lui) ed un solido Scala sotto le plance. Molfetta parte senza Teofilo, con un problema al piede, e con capitan Gesmundo in quintetto, mentre gli ospiti sono senza il nuovo acquisto Simioli, sostituito nei dieci da Racioppoli.

I vicani partono fortissimo, i liberi di Capone e Aragosa producono subito uno 0-5 esterno, che Scala e la tripla di Canzano allungano fino al 4-12. Segue un altro micidiale break di 0-8 che porta Santa Maria a Vico sul 6-20, con Capone già in doppia cifra. Molfetta tira con percentuali basse, in più Canzonieri commette il terzo fallo, mentre gli ospiti colpiscono più volte in contropiede. Nel secondo quarto c’è Teofilo: per lui subito un canestro, poi recuperi e due stoppate sulle triple di Capone che danno la scossa a tutta la squadra. Biasi stoppa nel traffico, Gramajo colpisce in contropiede, e così il Molfetta ricuce lo svantaggio, riuscendo infine a impattare sulla sirena di metà gara, con gli ospiti a quota quattro punti nei secondi 10’ e Capone a secco.

Nel terzo quarto l’equilibrio regna sovrano, capitan Gesmundo mette una tripla importante, subito imitato da Canzonieri, per il primo allungo significativo molfettese (41-35). Teofilo deve uscire per via del dolore al piede, e così Capone riprende a colpire a ripetizione, specie dalla lunga distanza. L’ultimo periodo è palpitante: Teofilo rientra eroicamente, Cozzolino dà i tempi giusti alla squadra, trovando alcuni canestri in penetrazione importanti, Canzonieri è solido sotto canestro, Gramajo mette a segno liberi e canestri in area, mentre dall’altra parte Capone è solo contro tutti. La guardia ospite segna da tutte le parti del campo, anche con le mani del difensore in faccia: sono due sue triple di fila ad impattare a 100 secondi dal termine (65-65). La Virtus, però, reagisce, e Gramajo segna otto punti in pochi secondi, per il 75-70 finale. Ora due trasferte di fila per Molfetta, impegnato domenica prossima contro il Ceglie e sabato 29 con il Casagiove.

Michele Bruno

La Bio System si arrende sul parquet di Molfetta, cedendo 75-70 agli uomini di Carolillo e collezionando così il terzo stop di fila. La Fiamma inizia bene, con Capone che semina il panico nella retroguardia pugliese, sfruttando lo spazio concesso. L’esterno realizza 10 dei primi 16 punti dei bianconeri, che sfruttano l’assenza di Teofilo nello starting five, mentre sotto canestro Scala si muove bene in uno contro uno, costringendo Canzonieri a spendere tre falli nei primi otto minuti di gioco e contribuendo in maniera decisiva al primo allungo ospite (8-22 al 9’). Gramajo è l’unico punto di riferimento dei padroni di casa, ma l’ingresso di Teofilo cambia la gara. L’ex Ferentinum dà la scossa ai suoi su ambo i lati del campo. Due stoppate su Capone ed altrettanti recuperi consentono ai padroni i casa di concludere facili contropiede in sovrannumero e di impattare sul 26-26 alla fine della prima parte di gara.

Dopo il riposo Teofilo commette in serie terzo e quarto fallo ed esce dal match, ma Molfetta centra quattro triple con Rosito, Gesmundo, Canzonieri e Gramajo. Quest’ultimo cresce alla distanza, malgrado l’ottimo lavoro difensivo di Corbo (9 rimbalzi). Capone resta però l’unica soluzione offensiva dei vicani, oltre a Canzano che raggiunge la doppia cifra a fine terzo periodo. Pochi, invece, i palloni che arrivano in area colorata, con Scala che non viene servito a dovere. Il Centro Ford scappa via (64-57), ma ancora l’esterno vicano piazza due delle sue cinque triple complessive, siglando il 65-65 a due minuti dalla sirena. Canzano fallisce due liberi sul 67-65 e sul possesso successivo commette sfondamento, mentre Gramajo si traveste da killer e mette al sicuro i due punti, raggiungendo il trentello personale.

Michele Falco

DIVEAL MONTE DI PROCIDA - STAMPLAST CEGLIE 75-77   (16-19, 33-32, 50-52)

 Arbitri: De Rosas (Olbia - SS) e Rudellat (Nuoro)

 Note: Spettatori 600.

La Stamplast Ceglie conquista, pur soffrendo, la sua quinta vittoria esterna di questo campionato, espugnando Monte di Procida per 77-75 e confermando quanto di buono sta facendo vedere in questo campionato. Per la squadra di Coco Romano un’altra prova di carattere a dimostrazione che la squadra punta decisamente ad essere una delle maggiori indiziate alla vittoria finale del campionato.

Ma non è stato facile sbarazzarsi delle formazione campana, sorretta dal tifo caldo e incitante del suo pubblico e deve ringraziare Carlo Farnetani che a dieci secondi dal termine, sul risultato di 75-75 regalava la vittoria finale ai brindisini al termine di una partita sofferta, a volte anche nervosa, giocata dalle due formazioni con l’intenzione di farla propria. La differenza: il Monte di Procida ci ha sperato, il Ceglie ci ha creduto. Alla fine, quando c’era da rischiare, è venuta fuori la formazione più esperta e il temperamento e la freddezza di un Farnetani che allo scadere dell’ultimo quarto ha messo a segno il tiro della domenica. Tra la disperazione della formazione campana e del suo pubblico, autentico sesto uomo in campo, e la gioia incontenibile dei brindisini che privi di Passante, a casa perché indisposto, con Cipulli e Farnetani febbricitanti sono riusciti concedersi una grande emozione di cui dovranno fare tesoro sul piano dell’agonismo e del morale. Ormai il Ceglie è lanciato e non sappiamo chi possa fermarlo.

Coco Romano però spegne i bollori. "Siamo riusciti ad imporci su un campo ostico, ma ci siamo persi in alcuni momenti permettendo ai padroni di casa di rimontare lo svantaggio di dieci punti e riportarsi in parità ad una manciata di secondi. E questo non è possibile". Nel Ceglie prova di carattere di Cipulli, giocatore serio e concreto, Farnetani che sarà ricordato per il tiro finale della vittoria, Villani grande anima del Ceglie e gli argentini Bosco e German. Prova di tutto rispetto quella di Maurizio D’Amicis, prepotente in difesa e prezioso in attacco.

Francesco Zizzi

TELCOM OSTUNI - TOUCHDOWN BERNALDA 93-80   (16-26, 32-46, 52-55, 74-74)

 Arbitri: Asnaghi (Cantù - CO) e Carletti (Villa Guardia - CO)

 Note: Tiri da due: Ostuni 24/41 (59%), Bernalda 19/35 (54%). Tiri da tre: Ostuni 7/26 (27%), Bernalda 4/16 (25%). Tiri liberi: Ostuni 24/36 (67%), Bernalda 30/50 (60%).

Emozioni da brivido in una partita combattuta sino all’ultimo interminabile secondo. Non sarà facile commentare né tanto meno dimenticare questa gara che rimarrà di sicuro negli annali del basket ostunese, una gara tutta da raccontare. Ma il problema è, da dove iniziare? Dalle tante occasioni sprecate da Bernalda per chiudere la partita? O dalle tante opportunità sfuggite alla Telcom per riaprirla, mai poi riaperta, pareggiata e alla fine vinta e stravinta? Insomma non basterebbe una giornata intera per fare un resoconto dettagliato delle tante emozioni, sofferenze e gioie vissute in questi lunghi, lunghissimi 45 minuti di gioco. Questa si che è stata, come si suol dire, una partita vietata ai deboli di cuore...

Ma iniziamo dalla fine, cioè dagli ultimi 50” di gara. Mentre i tifosi del Bernalda cantano e sfottono il pubblico ostunese con un simpaticissimo “non vincete mai, non vincete mai”, il lucano Russo realizza il 65-72, +7 Bernalda. Ostuni va in attacco, subisce fallo e Sarli realizza un solo tiro libero, 66-72. Coach Putignano, solo lui, ancora ci crede e chiama time-out. Il palazzetto inizia a sfollare. Bernalda va in attacco, fallo su Russo che sbaglia i due tiri liberi. Di Santo da sotto fa il 68-72. Fallo su Rossi Pose che realizza entrambi i liberi zittendo il pubblico ostunese alla sua maniera, 68-74 a 20” dalla fine. La Telcom torna all’attacco e un, sin lì, poco brillante Motta realizza la sua prima tripla della partita, 71-74 ma mancano solo 15”. Ma qui succede l’incredibile. Bernalda ha l’abilità di sbagliare 8 tiri liberi consecutivi (2 Russo, 2 Raffaelli e 4 Nucci), a 6” dalla fine sul libero del brasiliano Nucci, Di Santo cattura finalmente il rimbalzo, cerca di correre in avanti ma fa di tutto per perdere il pallone, lo lascia nelle mani di Sarli che da ottima posizione... non tira ma scarica a Parisi (che aveva un 1/7 da tre), manca un secondo, il play ostunese sotto la panchina del Bernalda lascia partire il tiro della disperazione. Gli oltre 2 mila spettatori seguono con gli occhi la traiettoria del pallone. Suona la sirena. Ciuf! Canestro. Parità, 74-74. Il palazzetto diventa una bolgia infernale, il pubblico diventa una scheggia impazzita, Parisi è sommerso dai compagni, coach Putignano con la sua calma serafica chiama tutti a rapporto, mancano ancora 5 minuti, un'eternità. I tifosi sono tutti increduli e storditi. Ostunesi, bernaldesi e cegliesi. Proprio tutti insomma. Rossi Pose è in lacrime, non ci crede. Nemmeno noi. Bastava un tiro libero per chiudere l’incontro, uno suo però! Che non è mai arrivato.

Il tempo supplementare (19-6 il parziale) inizia con la prima ed unica tripla di Della Corte, Bernalda continua a sbagliare da tutte le posizioni, tiri liberi compresi. Il solo Poeta cerca di dare la scossa ai suoi compagni, ma Parisi, monumentale e stoico con 4 falli dall’inizio del terzo quarto e sempre in campo, è incontenibile. Ruba palla nella sua metà campo, parte in contropiede (2 contro 1) e da dietro la schiena fa un assist spettacolare per Di Santo che non può proprio sbagliare. Per Bernalda è la fine di un incubo. La Telcom anche con i giovani Bagnardi, Crovace e Ungaro riesce ad incrementare il vantaggio, 93-80 il risultato finale. La festa in casa giallo-blù può iniziare. E partono i cori per la capolista.

In fin dei conti sarebbe stato un peccato non raccontare nei minimi particolari un finale così incredibile. Una partita che Bernalda ha condotto dall’inizio alla fine, raggiungendo meritatamente il massimo vantaggio alla fine del secondo quarto sul 46-32, +14. Ma la Telcom di quest’anno ha sette vite e nel terzo quarto con un parziale di 15-0 si è riportata avanti, lasciando i lucani a digiuno di canestri per 7 minuti. Ma il vantaggio è durato poco. L’ultimo quarto è stato combattuto punto a punto sino ad un minuto e mezzo dalla fine. Quello che è successo dopo fa già parte della storia e rimarrà per sempre negli archivi del basket.

Salvatore Iaia