Come un tennista cocciuto e testardo che per tutta una partita è alla mercé dell'avversario, ne subisce il gioco ed è costretto a indietreggiare in affannose rincorse alla pallina, ma che nel momento in cui gli si presenta,
foss'anche il frutto di una fortunata
casualità, il primo match-point lo trasforma e chiude in suo favore la sfida, la DiBen ha mantenuto il servizio nell'insidiosissima gara1 del primo turno playout giocata in un PalaDolmen semideserto e scosso dall'andamento sconfortante di una partita che anche i più ottimismi ritenevano fosse ormai maledettamente compromessa.
1-0: volti e sguardi rasserenati al pensiero di poter affrontare senza nessun assillo il retour match di Castellammare. Quanta paura, però! La miseria di 21 punti segnati nel primo tempo e una situazione psicologica delicatissima al cospetto di uno spirito di squadra mostratosi assai
fragile lungo il percorso di questa deludente stagione; considerando questi presupposti, il massimo vantaggio trovato dai campani sul 23-34 un paio di giri di lancette più tardi del terzo salto a due, sotto il profilo caratteriale avrebbe
"matato" tori più grassi, e invece...
E invece la DiBen ha scoperto che persino tremando e sbiancando dal timore si sfugge a un destino apparentemente segnato. Nei venti minuti che contano, Bisceglie ha segnato 42 punti contro i 31 di Castellammare, raddoppiando il bottino poco ragguardevole raggranellato nel corso dei primi due periodi di gioco. Sospinto dalla concretezza di De Lucia, dalla mano ritrovata di un Finozzi inesistente per oltre metà gara, da un paio di autentiche magie di un ottimo
Giuffrè, scossa dall'ingresso in campo di Bruni, in forse per problemi fisici, tenuto a riposo per 24' prima d'essere buttato nella mischia da
Bray, la DiBen ha saputo raschiare il fondo del barile dell'orgoglio scoprendo quelle risorse, la grinta, la voglia di combattere e vincere, mai sfruttate nel corso della stagione regolare, causa principale del crollo e dell'avventura nei giochi salvezza.
Ha vinto così, la DiBen, neppure troppo scossa dai tre canestri complessivi da lontano di Canzonieri e
Siervo, i due pivot puri di Castellammare, pesanti come macigni nell'economia di una gara piena zeppa di falli ed errori, nervosa, tirata, combattuta ma
gestita egregiamente dai direttori di gara. Ha vinto sorpassando alla curva pericolosa dell'ultimo minuto, punendo con De Lucia e Anglano dalla lunetta la frustrazione di due attacchi consecutivi falliti dagli ospiti, che avevano esaurito le cartucce dell'immaginazione con l'uscita per falli di Milito prima e di Gallo pochi secondi più tardi.
(VITO
TROILO)
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