Serie C1 girone G 2000/2001

 
(pagina a cura di Vittorio Salvatorelli)

     Un campionato che ha sovvertito i pronostici: alla vigilia le favorite, con una spanna di vantaggio sulle altre, erano essenzialmente due. Il Casagiove ha solo in parte mantenuto fede a quella che doveva essere una cavalcata vincente. Gli acquisti in estate di  Iaselli, Piccirillo, Schisano e soprattutto Totaro facevano pensare ad un monologo dei casertani, cosa che non si è verificata. Non che per la formazione di coach Masoni sia andato tutto male, per carità, ma tutti si aspettavano da cotanto roster qualcosa di più del secondo posto in regular season, con un -6 dalla prima che ha lasciato più di qualche perplessità alla vigilia dei playoff. Le brutte prove in finale con Ceglie hanno poi condannato i campani agli spareggi con le perdenti della finale degli altri gironi, spareggi che alla fine hanno premiato la caparbietà degli uomini di Masoni con la promozione in B2.

     Deludente il cammino del Ruvo di Puglia, l'altra candidata della vigilia al ruolo di big. Balbettante all'inizio, la squadra che è stata prima di Tonino Bray e poi di Marcello De Stradis non è mai riuscita a tener fede all'etichetta che nell'ambiente pugliese le era stata affibbiata, e cioè quella di "dream team della C1", sicuramente calzante a settembre, ma poi rivelatasi esagerata per un team che non ha saputo sfruttare le sue enormi potenzialità (una su tutte: i punti di Delli Carri, che ha fatto da vero e proprio trascinatore solo nella fase finale dell'anno) e che ha concluso la stagione regolare con un misero (viste le premesse) sesto posto. Nei playoff, buono il 2-0 sul Caserta, ma poi mesto ritorno alla realtà col secco 0-2 subito dal Casagiove in semifinale.

     Come invece non giudicare con un bel 10 il campionato del Ceglie? La neopromossa formazione di coach Romano è stata senza dubbio la grande protagonista del torneo. Due soli punti nelle prime tre giornate (con una sconfitta a Castellammare), ma poi una vera e propria cavalcata: nove vittorie consecutive e primo posto in classifica che non è stato mai abbandonato. Ai "bomber" De Leonardis e Della Corte una buona mano l'ha data il termolese Di Lembo per una squadra che si è rivelata solidissima e capace di rispondere colpo su colpo agli attacchi delle varie formazioni che via via hanno avanzato pretese di primato. Leggero calo nei playoff, con le prime due serie vinte per 2-1 (il successo in garatre di semifinale col Nola è arrivato per il rotto della cuffia), ma secco 2-0 in finale contro il Casagiove, col tiro libero decisivo messo a segno da Massimo Di Lembo, e serie B2 più che meritata.

     Il campionato del Caserta è stato condizionato nella sua fase finale dal brutto incidente automobilistico capitato a cinque giocatori: Angrisani (per giorni in coma ma per fortuna tornato alla vita) e Licursi (fuori per la stagione per la botta ricevuta) ne hanno fatto le spese maggiori per una compagine che ha mantenuto d'orgoglio il terzo posto finale, ma che poi nei playoff non poteva non risentire delle due pesanti assenze. Peccato, perché il torneo, fino al momento dell'incidente ottimo, poteva essere concluso in maniera diversa.

     Ha tenuto fede in pieno alle aspettative il Nola, conquistando un meritato quarto posto e coronando poi l'ottima stagione con la bellissima garatre di semifinale disputata a Ceglie, persa di un solo punto: una sconfitta che lascia l'amaro in bocca, ma che, come detto, è stata il segno dell'affidabilità e della compattezza di un organico costruito molto bene dalla società.

     Dopo una buona partenza, per il Martina Franca sono arrivate quattro sconfitte consecutive, che hanno relegato la compagine allenata da Terruli in posizioni di centro classifica dalle quali non si è più tirata fuori. A lungo in bilico fra le ultime posizioni utili per i playoff e le "prime" della griglia dei playout, i brindisini hanno conquistato la quinta piazza con un eccellente 10-3 nel girone di ritorno, che ha permesso a Fiusco e soci di superare anche il ben più quotato Ruvo. Nulla da fare, poi, nella post season, con la sconfitta per 2-0 al cospetto del Nola.

     Anche il Corato non si è mai schiodato dalle posizioni di centro classifica: un torneo piuttosto anonimo per i ragazzi di Gadaleta, con qualche lampo (il successo esterno nel derby col Bisceglie ad esempio), ma senza particolari acuti, per una settima piazza che ha voluto dire Casagiove nel primo turno dei playoff, concluso secondo i pronostici con lo 0-2.

     Dopo aver stazionato a lungo nelle zone di alta classifica, l'Ostuni ha nel finale rischiato di rimanere fuori dai playoff, a causa soprattutto di cinque sconfitte consecutive fra la diciottesima e la ventiduesima giornata. L'ottavo posto finale, comunque, ha premiato i ragazzi di Vitali, che hanno messo in mostra buone individualità (per esempio il giovane playmaker Villani) ed hanno dimostrato di essere una buona squadra costringendo il Ceglie a garatre nei quarti di finale.

     E veniamo alle deluse, le squadre che hanno dovuto lasciare da parte i sogni di gloria per giocarsi la salvezza nella sempre pericolosa fase dei playout. Il Mesagne è fra queste squadre. Preso in estate Santurbano dalla C2 abruzzese - molisana, i brindisini non hanno mai dato l'impressione di poter inserirsi fra le otto "elette", chiudendo col nono posto finale e salvandosi grazie al turno preliminare dei playout battendo 2-1 il Nardò.

     E lo stesso Nardò è stato protagonista di un torneo alquanto singolare: alla settima giornata la squadra del capocannoniere del torneo Cristofaro era in testa, ma ha subito una pesante sconfitta casalinga col Ceglie. Da quel momento una caduta quasi verticale, conclusa con il decimo posto e la necessità della serie di playout con l'Amalfi per conquistare la salvezza.

     Cosa dire della Diben Bisceglie? Sicuramente la più grossa delusione dell'anno, una squadra che ha concluso undicesima (e a due giornate dal termine, dopo il successo nello scontro diretto, Castellammare era solo due punti più giù) dopo essere partita per fare sfracelli e dopo aver ben presto fatto i conti con l'amara realtà. Contestata a più riprese dai propri tifosi, la compagine biscegliese non ha tratto particolare giovamento nemmeno dal cambio dell'allenatore ed ha riscattato parzialmente l'opaco campionato disputato col bel successo in garadue dei playout a Castellammare che le ha consegnato la salvezza.

     Il Castellammare di Stabia è partito con due insuccessi, ha vinto quattro volte su cinque e poi ha collezionato ben nove sconfitte consecutive che l'hanno relegato nelle zone di bassa classifica. In panchina Barresi ha ceduto il posto a Massaro, ma il dodicesimo posto e i playout non sono stati evitati, con la sconfitta nella serie con Bisceglie e il successo in quella con Amalfi, che hanno costretto i campani a giocarsi e alla fine conquistarsi la permanenza in C1 nel concentramento a quattro con le vincenti della finale dei playout degli altri gironi.

     L'Amalfi proprio non poteva fare di più in un torneo che l'ha vista recitare il ruolo della cenerentola insieme all'Angi Termoli. Nemmeno il fattore campo è servito ad evitare la retrocessione alla squadra di coach Pinto, che le ha prese un po' da tutti con distacchi anche imbarazzanti (vedi il -60 subito in casa all'ultima giornata contro il Ruvo).

     Infine l'Angi Termoli, come si diceva l'altra cenerentola del girone. Sull'Adriatico le aspettative della vigilia erano abbastanza buone, con la società convinta di poter almeno lottare alla pari con le altre contendenti per la permanenza in categoria. Ed in effetti, dopo le prime sconfitte giunte per l'inevitabile fase di assestamento che caratterizza il cammino di ogni matricola, era arrivato il successo casalingo col Mesagne ad accendere le speranze. Poi, però, c'è stato il brusco risveglio con il pesante stop (ancora in casa) contro l'Amalfi che ha compromesso non poco il cammino dei molisani. A questo c'è da aggiungere una serie incredibile di infortuni, che spesso hanno costretto coach Rubino a contare gli atleti disponibili sulle dita di una mano. Risultato: ultimo posto e mesto ritorno in C2; note positive: Francesco Teofilo (si è capito subito che il giocatore poteva aspirare a campionati più prestigiosi, cosa che è puntualmente successa a gennaio) e poco altro (il bel successo col Caserta); grande assente (citiamo le parole del coach): "una tonnellata di cattiveria agonistica".

 

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