Un campionato che ha
sovvertito i pronostici: alla vigilia le favorite, con una spanna di
vantaggio sulle altre, erano essenzialmente due. Il Casagiove ha
solo in parte mantenuto fede a quella che doveva essere una cavalcata
vincente. Gli acquisti in estate di Iaselli, Piccirillo, Schisano e
soprattutto Totaro facevano pensare ad un monologo dei casertani, cosa che
non si è verificata. Non che per la formazione di coach Masoni sia andato
tutto male, per carità, ma tutti si aspettavano da cotanto roster
qualcosa di più del secondo posto in regular season, con un -6 dalla
prima che ha lasciato più di qualche perplessità alla vigilia dei
playoff. Le brutte prove in finale con Ceglie hanno poi condannato i
campani agli spareggi con le perdenti della finale degli altri gironi,
spareggi che alla fine hanno premiato la caparbietà degli uomini di
Masoni con la promozione in B2.
Deludente il
cammino del Ruvo di Puglia, l'altra candidata della vigilia al
ruolo di big. Balbettante all'inizio, la squadra che è stata prima di
Tonino Bray e poi di Marcello De Stradis non è mai riuscita a tener fede
all'etichetta che nell'ambiente pugliese le era stata affibbiata, e cioè
quella di "dream team della C1", sicuramente calzante a
settembre, ma poi rivelatasi esagerata per un team che non ha saputo
sfruttare le sue enormi potenzialità (una su tutte: i punti di Delli
Carri, che ha fatto da vero e proprio trascinatore solo nella fase finale
dell'anno) e che ha concluso la stagione regolare con un misero (viste le premesse) sesto posto. Nei playoff, buono il 2-0 sul
Caserta, ma poi mesto ritorno alla realtà col secco 0-2 subito dal
Casagiove in semifinale.
Come
invece non giudicare con un bel 10 il campionato del Ceglie? La
neopromossa formazione di coach Romano è stata senza dubbio la grande
protagonista del torneo. Due soli punti nelle prime tre giornate (con una
sconfitta a Castellammare), ma poi una vera e propria cavalcata: nove
vittorie consecutive e primo posto in classifica che non è stato mai
abbandonato. Ai "bomber" De Leonardis e Della Corte una buona
mano l'ha data il termolese Di Lembo per una squadra che si è rivelata
solidissima e capace di rispondere colpo su colpo agli attacchi delle
varie formazioni che via via hanno avanzato pretese di primato. Leggero
calo nei playoff, con le prime due serie vinte per 2-1 (il successo in
garatre di semifinale col Nola è arrivato per il rotto della cuffia), ma
secco 2-0 in finale contro il Casagiove, col tiro libero decisivo messo a
segno da Massimo Di Lembo, e serie B2 più che meritata.
Il campionato del Caserta è stato condizionato nella sua fase
finale dal brutto incidente automobilistico capitato a cinque giocatori:
Angrisani (per giorni in coma ma per fortuna tornato alla vita) e Licursi
(fuori per la stagione per la botta ricevuta) ne hanno fatto le spese
maggiori per una compagine che ha mantenuto d'orgoglio il terzo posto
finale, ma che poi nei playoff non poteva non risentire delle due pesanti
assenze. Peccato, perché il torneo, fino al momento dell'incidente
ottimo, poteva essere concluso in maniera diversa.
Ha tenuto fede in pieno alle aspettative il Nola, conquistando un
meritato quarto posto e coronando poi l'ottima stagione con la bellissima
garatre di semifinale disputata a Ceglie, persa di un solo punto: una
sconfitta che lascia l'amaro in bocca, ma che, come detto, è stata il
segno dell'affidabilità e della compattezza di un organico costruito
molto bene dalla società.
Dopo una buona partenza, per il Martina Franca sono arrivate
quattro sconfitte consecutive, che hanno relegato la compagine allenata da
Terruli in posizioni di centro classifica dalle quali non si è più
tirata fuori. A lungo in bilico fra le ultime posizioni utili per i
playoff e le "prime" della griglia dei playout, i brindisini
hanno conquistato la quinta piazza con un eccellente 10-3 nel girone di
ritorno, che ha permesso a Fiusco e soci di superare anche il ben più
quotato Ruvo. Nulla da fare, poi, nella post season, con la sconfitta per
2-0 al cospetto del Nola.
Anche il Corato non si è mai schiodato dalle posizioni di centro classifica:
un torneo piuttosto anonimo per i ragazzi di Gadaleta, con qualche lampo
(il successo esterno nel derby col Bisceglie ad esempio), ma senza
particolari acuti, per una settima piazza che ha voluto dire Casagiove nel
primo turno dei playoff, concluso secondo i pronostici con lo 0-2.
Dopo aver stazionato a lungo nelle zone di alta classifica, l'Ostuni
ha nel finale rischiato di rimanere fuori dai playoff, a causa soprattutto
di cinque sconfitte consecutive fra la diciottesima e la ventiduesima
giornata. L'ottavo posto finale, comunque, ha premiato i
ragazzi di Vitali, che hanno messo in mostra buone individualità (per
esempio il giovane playmaker Villani) ed hanno dimostrato di essere una
buona squadra costringendo il Ceglie a garatre nei quarti di finale.
E veniamo alle deluse, le squadre che hanno dovuto lasciare da parte i
sogni di gloria per giocarsi la salvezza nella sempre pericolosa fase dei
playout. Il Mesagne è fra queste squadre. Preso in estate
Santurbano dalla C2 abruzzese - molisana, i brindisini non hanno mai dato
l'impressione di poter inserirsi fra le otto "elette", chiudendo
col nono posto finale e salvandosi grazie al turno preliminare dei playout
battendo 2-1 il Nardò.
E lo stesso Nardò è stato protagonista di un torneo alquanto
singolare: alla settima giornata la squadra del capocannoniere del torneo
Cristofaro era in testa, ma ha subito una pesante sconfitta casalinga col
Ceglie. Da quel momento una caduta quasi verticale, conclusa con il decimo
posto e la necessità della serie di playout con l'Amalfi per conquistare
la salvezza.
Cosa dire della Diben Bisceglie? Sicuramente la più grossa
delusione dell'anno, una squadra che ha concluso undicesima (e a due
giornate dal termine, dopo il successo nello scontro diretto,
Castellammare era solo due punti più giù) dopo essere partita per fare
sfracelli e dopo aver ben presto fatto i conti con l'amara realtà.
Contestata a più riprese dai propri tifosi, la compagine biscegliese non
ha tratto particolare giovamento nemmeno dal cambio dell'allenatore ed ha
riscattato parzialmente l'opaco campionato disputato col bel successo in
garadue dei playout a Castellammare che le ha consegnato la salvezza.
Il Castellammare di Stabia è partito con due insuccessi, ha vinto
quattro volte su cinque e poi ha collezionato ben nove sconfitte
consecutive che l'hanno relegato nelle zone di bassa classifica. In
panchina Barresi ha ceduto il posto a Massaro, ma il dodicesimo posto e i
playout non sono stati evitati, con la sconfitta nella serie con Bisceglie
e il successo in quella con Amalfi, che hanno costretto i campani a
giocarsi e alla fine conquistarsi la permanenza in C1 nel concentramento a quattro con le vincenti
della finale dei playout degli altri gironi.
L'Amalfi proprio non poteva fare di più in un torneo che l'ha vista recitare il ruolo della cenerentola insieme all'Angi Termoli.
Nemmeno il fattore campo è servito ad evitare la retrocessione alla
squadra di coach Pinto, che le ha prese un po' da tutti con distacchi
anche imbarazzanti (vedi il -60 subito in casa all'ultima giornata contro
il Ruvo).
Infine l'Angi Termoli, come si diceva l'altra cenerentola del
girone. Sull'Adriatico le aspettative della vigilia erano abbastanza
buone, con la società convinta di poter almeno lottare alla pari con le
altre contendenti per la permanenza in categoria. Ed in effetti, dopo le
prime sconfitte giunte per l'inevitabile fase di assestamento che
caratterizza il cammino di ogni matricola, era arrivato il successo
casalingo col Mesagne ad accendere le speranze. Poi, però, c'è stato il
brusco risveglio con il pesante stop (ancora in casa) contro l'Amalfi che
ha compromesso non poco il cammino dei molisani. A questo c'è da
aggiungere una serie incredibile di infortuni, che spesso hanno costretto
coach Rubino a contare gli atleti disponibili sulle dita di una mano.
Risultato: ultimo posto e mesto ritorno in C2; note positive: Francesco
Teofilo (si è capito subito che il giocatore poteva aspirare a campionati
più prestigiosi, cosa che è puntualmente successa a gennaio) e poco
altro (il bel successo col Caserta); grande assente (citiamo le parole del
coach): "una tonnellata di cattiveria agonistica". |