Dopo la cavalcata dell'anno precedente in serie D (si giocava alla palestra
dell'I.T.I.S.), c'è una nuova brillante affermazione della società campobassana,
che sembra averci preso gusto: anche la C2 viene "saltata" con
autorevolezza, e si approda così in C1. Ancora Ugo Storto alla guida di un
gruppo di uomini che stanno portando la pallacanestro a Campobasso a buoni
livelli.
L'esordio a Vasto al termine di un incontro thrilling: un solo punto di distacco
(56-55) al termine dei 40', più altri due punti realizzati da Salvatore
a tempo scaduto su altrettanti tiri liberi. Trasferitasi alla palestra di
Vazzieri, eufemisticamente ribattezzata "Palazzetto dello sport", la
squadra dell'allenatore di Ortona si esibisce davanti a 800 spettatori
letteralmente ammucchiati l'uno sull'altro. Almeno altri cinquecento tifosi
rimangono fuori e qualcuno, addirittura, invano tenta di far presente che nei
giorni precedenti ha acquistato una regolare tessera di abbonamento. Palestra
ricolma sino all'impossibile e tifo dunque alle stelle. Il "palazzetto",
omologato per 400 posti, manca di alcuni servizi (le docce, in primis).
L'assessore di turno ha le sue brave grane.
La prima sconfitta si registra a Barletta, ma è l'unica nelle prime otto
giornate, dopo le quali il Nuovo Basket Campobasso comanda la graduatoria con
quattro punti di margine su un terzetto composto da Foggia, lo stesso Barletta e
il Porto Sant'Elpidio, che è ospite nel Molise. I tifosi crescono come funghi,
la pallacanestro a Campobasso esplode e conquista uno spazio tutto suo che si
dilata di settimana in settimana. Anche il quintetto marchigiano viene superato
senza troppe difficoltà, ma a Foggia, contro la più immediata inseguitrice,
che poi accompagnerà la squadra di Storto nella serie superiore, si registra la
seconda battuta d'arresto. I vari Pizzirani, Milillo e
Salvatore non riescono a contenere la furia dei dauni e lasciano loro via
libera, ma conservano il primo posto alla fine del girone di andata. Battendo il
Sora con uno scarto di 42 punti (105-63, la vittoria più larga dell'anno), il
quintetto di Ugo Storto si laurea infatti campione d'inverno. Il Foggia tiene
però botta con la vittoria di Brindisi (99-91), e si prepara a dare battaglia
nel girone di ritorno.
L'aggancio dei pugliesi ai molisani è cosa fatta proprio all'inizio della
seconda fase del campionato: il Vasto, come l'anno precedente, batte ancora il
Nuovo Basket, e subito i foggiani ne approfittano per coronare l'inseguimento.
La "forbice" fra le prime due in classifica e le altre compagini si
allarga sempre di più. Le favorite della vigilia Jesi e Sant'Elpidio,
nonostante "faraonici" ingaggi, vedono a poco a poco sfumare le
possibilità di inserirsi in un discorso di vertice.
Pizzirani e compagni surclassano il Barletta (110-85), con Milillo
e Paiusco autori di prove maiuscole, e danno l'impressione di poter
"ammazzare" il campionato. In qualche circostanza la squadra non
mantiene la stessa ferrea concentrazione delle giornate più esaltanti, ma vince
lo stesso anche partite in cui sembra complicarsi la vita. Contro il Matera,
infatti, il Nuovo Basket Campobasso rischia di perdere l'imbattibilità
casalinga. Gli agguerriti lucani approfittano del calo dei molisani, scarichi e
presuntuosi, per farli soffrire un po' più del solito. A tre secondi dal
termine hanno la possibilità di andare ai supplementari ma non la concretizzano
e in ogni caso mettono a nudo la stanchezza mentale dei rossoblù, che crollano
miseramente a Brindisi la settimana successiva. I salentini, terzultima forza
del campionato, umiliano (95-70) i campobassani, incappati nella prestazione
più scialba ed incolore dell'anno. Lo Jesi, terzo incomodo, si riavvicina,
vista la contemporanea sconfitta del Foggia in trasferta.
Ma la marcia trionfale della terza promozione consecutiva viene reinnestata
presto. Vittima il Monteroni, fanalino di coda, rispedito a casa con un 94-59
che non ammette repliche. Il giorno del trionfo è vicino. Per la storia è il
20 marzo 1982: Pizzirani e compagni, ritrovata la condizione migliore,
vanno ad espugnare il difficile campo del Porto Sant'Elpidio, garantendosi in
anticipo il salto in C1, tanto che alla fine la squadra, nell'ultima partita
interna (contro il Foggia) può permettersi di fare passerella ed ottenere
aritmeticamente anche il primo posto. Soddisfazione e applausi per tutti.
Secondo il direttore sportivo Antonio Varrone è stato un campionato "estremamente
positivo. Eravamo degli esordienti in assoluto in C2, non sapevamo nulla degli
avversari e dell'ambiente, né avevamo collaudato in maniera adeguata le nostre
strutture tecnico - organizzative". Ma le note dolenti delle
carenze impiantistiche cominciano, legittimamente, ad affacciarsi. "
Avevamo chiesto un palazzetto e ci è stata data una palestra che non risponde
minimamente ad una pallacanestro moderna. Con un impianto del genere ci è stato
difficile disputare anche un campionato di C2" (nota di Vittorio
Salvatorelli: eravamo nel 1982, certi discorsi sembrano non morire mai...). Per
la vittoria del campionato, Varrone considera determinante "l'aver avuto
una panchina lunga e qualificata. Quando in alcune circostanze, come a Jesi e a
Porto Sant'Elpidio, sono venute meno le cosiddette "stelle", è
saltata fuori la panchina, che ha fatto giustizia di avversari ben più titolati
ed esperti".
La società comincia a distinguersi per serietà e programmazione. Si prepara al
difficile torneo di C1, strutturato in quattro concentramenti nazionali di
sedici squadre ciascuno. E' qui che avviene il salto da una dimensione
dilettantistica ad un'altra più vicina al professionismo.
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